Tanami: il nome dell’ultima frontiera del deserto australiano sui caschi Caberg diventa l’emblema della nuova frontiera per sicurezza e comfort

Tanami è il nome di un’area desertica del nord dell’Australia: un terreno ostile, roccioso e disseminato di…

Tanami è il nome di un’area desertica del nord dell’Australia: un terreno ostile, roccioso e disseminato di piccole colline, considerato fino a non molti decenni fa un’ ultima frontiera, in parte ancora inesplorato. Ma Tanami è anche il nome di una “nuova frontiera” per quanto concerne la sicurezza e il comfort in sella a una moto: il nome, il cui significato secondo molti potrebbe significare non morire mai, per il fatto che certe cavità rocciose si diceva non si prosciugassero mai è stato infatti scelto dalla Caberg, azienda bergamasca produttrice di caschi, per il nuovo modello 2025: un casco integrale on-off road “progettato per garantirti sicurezza in ogni tua avventura”, come si legge nella presentazione del nuovo modello realizzato in due taglie di calotta in fibra di vetro con un innovativo sistema di ventilazione con aggancio a calamita che permette in pochi secondi di trasformarlo da onroad a offroad e viceversa. Una sicurezza “amplificata” dalla tecnologia Caber Sos Medical Id, un dispositivo elettronico basato su tecnologia Nfc che, consente al motociclista di inserire, attraverso l’app dedicata, dati anagrafici, informazioni mediche e numeri di emergenza. Consentendo in caso di necessità ai soccorritori di accedere rapidamente alle informazioni e ai contatti di emergenza, semplicemente avvicinando uno smartphone Nfc al casco. Una soluzione che può fare la differenza quando ogni secondo conta: una “nuova frontiera” appunto della sicurezza pensata p per chi “ami spingersi oltre ogni confine”, come si legge sempre sul sito dell’azienda di Azzano San Paolo, alle porte di Bergamo. Esplorando aree fino a oggi inesplorate delle sicurezza in sella, a due ruote, senza tralasciare alcun dettaglio anche sotto l’aspetto del comfort che in moto, come sanno perfettamente i “bikers” è legato in modo dissolubile a una efficace ventilazione. Che, con il “casco figlio del deserto” è affidata a un sistema completo che prevede un aeratore regolabile sul mento, con coperchio removibile per aumentare il flusso d’aria; un’ampia presa d’aria superiore dotata di due bocche regolabili e due estrattori posteriori con coperchi removibili, per facilitare l’uscita dell’aria calda e viziata”, e con le prese d’aria posteriori e frontali dotate di coperchi agganciati tramite calamite: un sistema inedito e pratico che consente di personalizzare l’aerazione in base alla stagione o allo stile di guida passando, n pochi gesti, da una configurazione più tradizionale a una più estrema e ventilata, ideale per l’off-road estivo. Con il risultato finale di assicurare “un ambiente interno sempre ben areato, anche nelle giornate più calde o nei percorsi più tecnici”. Un casco integrale “che può essere configurato secondo le proprie esigenze, on-road o off-road, grazie a una serie di elementi removibili e adattabili”, come sottolinea sempre la casa produttrice, disponibile “con calotta in fibra di vetro oppure in fibra di carbonio, nella versione Tanami Carbon, entrambe proposte in due misure per assicurare comfort e proporzioni ottimali: una calotta per taglie XS-M e una per taglie L-XXL”. Il tutto impreziosito da “linee grintose e moderne che lo rendono riconoscibile al primo sguardo,”. Un valore aggiunto per un casco che offre la massima garanzia possibile, certificata dalla conformità alla normativa ECE 22.06, il nuovo standard europeo che garantisce livelli di protezione ancora più elevati. Un traguardo che il “Tanami” ha tagliato “dopo aver superato una serie di rigorosi test, dimostrando resistenza a impatti multipli, compatibilità con l’uso dell’interfono e protezione in diverse condizioni di utilizzo”. Le ultime annotazioni evidenziate dai suoi costruttori riguardano la dotazione di “ interni removibili e lavabili, realizzati con tessuti traspiranti e ipoallergenici”, la“particolare attenzione riservata all’utilizzo con occhiali, con la parte alta delle guance sagomata per agevolare l’inserimento di occhiali da vista o da sole, senza generare punti di pressione garantendo una visibilità ottimale in ogni condizione”; la “ visiera esterna antigraffio con lente antiappannamento Pinlock MaxVision 70 di serie, che assicura un’ottima visibilità anche in caso di umidità o pioggia”; la “visiera parasole integrata, facilmente azionabile anche con i guanti grazie alla leva posizionata sul lato sinistro della calotta, soluzione ideale per affrontare le variazioni di luce lungo il percorso”. E, come se tutto questo non bastasse, c’è anche “un blocco centrale con tasto di apertura che impedisce aperture accidentali della visiera a medie e alte velocità” con la possibilità “in situazioni di bassa velocità di mantenere la visiera leggermente aperta per favorire il ricircolo dell’aria”. Un casco da utilizzare su qualsiasi percorso. Compresi quelli desertici dell’Australia che portano nel nome un messaggio beneaugurante: non morire mai”.

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