Oscar Norelli, la giuria assegna il premio a Sergio Pellegrinelli “regista” capace di filmare le emozioni più profonde che l’enduro sa regalare

“Per l’importante contributo al mantenimento in vita e alla memoria della moto-regolarità e dell’enduro, digitalizzando e pubblicando…

“Per l’importante contributo al mantenimento in vita e alla memoria della moto-regolarità e dell’enduro, digitalizzando e pubblicando sul Web filmati storici delle più importanti gare nazionali e internazionali, e per la generosità sempre dimostrata a chiunque abbia bisogno di attingere alla sua straordinaria competenza storica e tecnica”. E’ questa la motivazione con cui i responsabili della Scuderia Fulvio Norelli hanno assegnato l’edizione 2024 dell’Oscar Norelli (riconoscimento istituito nel 1977 per chi, personaggio attivo nello sport motociclistico, si fosse distinto in particolar modo, contribuendo alla diffusione ed alla continuità dell’attività motoristica che, nella nostra provincia, ha le sue radici) a Sergio Pellegrinelli, da sempre appassionato di regolarità, prima praticata come pilota (interrompendo però la breve carriera sportiva in favore del più talentuoso fratello minore Tullio) e poi “seguita” spostandosi da un campo di gara all’altro per sui campi di gara munito di telecamera per documentare moltissimi eventi “ ponendo l’accento non tanto sul gesto atletico e spettacolare, ma sull’essenza autentica di questo sport, nel quale il pilota, il mezzo meccanico e la natura, si fondono in armonia” come si legge nel testo scritto dalla “penna storica” della Norelli, Enzo Paris. Una passione per le riprese motociclistiche coltivata sempre più a metà degli anni 80 collaborando con Sergio Villa, di Bergamo Tv, come cameraman, inviato dall’emittente bergamasca a seguire le più importanti manifestazioni nazionali e internazionali, di enduro sempre accompagnato dal fraterno amico Erminio “Zio Fester Milesi” e dal più giovane degli eredi Arosio, Lucio. Esperienze destinate ad accrescere sempre più la sua conoscenza tecnica, “alimentata” anche dalla lettura , fino a consumarle, di riviste e pubblicazioni del settore e prima di passare ore e ore a digitalizzare i suoi filmati “diffondendo in rete il proprio lavoro e contribuendo così in maniera importantissima alla salvaguardia della memoria grazie anche alla catalogazione di importanti archivi fotografici, come quelli di Tinin Brizio e Walter Arosio”, come hanno sottolineato i responsabili dell’associazione giallonera,” mettendo a disposizione degli appassionati immagini di rara bellezza”.

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