Gianni Ventriglia, il pilota imprenditore pronto a raccogliere ogni sfida. In sella a una moto o alla guida di un’azienda, di un locale, di una sagra…

Immaginate di ritrovarvi a fare un cruciverba e a dover trovare una risposta alla domanda: “parola di…

Immaginate di ritrovarvi a fare un cruciverba e a dover trovare una risposta alla domanda: “parola di cinque lettere che funge da “stimolo” sia per un pilota di moto sia per un imprenditore”. Difficile? Per Gianni Ventriglia, che nella vita ha guidato, e continua a guidare, sia moto sia aziende, è facilissimo: la risposta è Sfida. “Perché ogni gara lo è, così come ogni nuova attività imprenditoriale”, racconta seduto al tavolino del ChioscoCafé di Cologno al Serio, una delle attività imprenditoriali che ha aperto o, se si preferisce, una delle tante “sfide raccolte”. E, quasi sempre, vinte: sia da imprenditore (alla guida della Zanica Manifatture, società che commercializza tessuti sportivi; del locale ChioscoCafé diventato ormai un punto di riferimento per chi vuole assicurarsi un aperitivo d’autore, così come anche una colazione o un brunch; di una serie di eventi, come la Sagra della Polenta Taragna o quella della Bufala, appuntamenti annuali che ha “creato” dal nulla nella vicina Spirano arrivando a tagliare, in più di un’edizione, il traguardo di oltre 15mila visitatori) sia da pilota (vincendo due volte il titolo di campione italiano di motorally e partecipando a competizioni non certo per tutti, come l’Italian Bahia, cross country rally che si svolge a cadenza annuale in Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Pordenone, con le moto che sfrecciano a 160 km all’ora nel letto di un fiume, o ai rally africani fra le dune del deserto). Sfida: un “gene” che Gianni Ventriglia ha sempre avuto nel Dna, fin da ragazzino, quando il destino lo ha costretto ad affrontare una delle prove più difficili che la vita possa riservare: la morte di una persona amata. Nel suo caso la sorella Anna, la più giovane donna italiana a ottenere il brevetto di pilota d’aereo, scomparsa nel 1979 quando il velivolo sul quale era salita, pilotato da un amico, era precipitato. Una tragedia destinata ad avere, come “effetto collaterale”, anche quello di frapporre un ostacolo in più sul suo desiderio di diventare un pilota di moto, con i genitori irremovibili nel dire no all’acquisto della tanto sognata due ruote. E con lui, appena diciottenne, “costretto” ad acquistare di nascosto la sua prima “vera moto”, una Ktm 300, e a tenerla ancor più nascosta, in una vecchia legnaia dietro casa, allo sguardo dei genitori per diversi mesi, prime d’essere “scoperto”. “Con il papà che alle fine era riuscito a convincere mamma ad accettare la mia passione, ma con lei che ha sempre vissuto con apprensione e addirittura ansia le mia uscite in sella alla moto”. Al punto, ricorda Gianni Ventriglia, “che non accendevo mai quella Ktm, acquistata dal mitico Arnaldo Farioli che mi aveva permesso di pagarla a rate, senza prima aver controllato d’avere con me una scorta di gettoni da utilizzare nelle cabine telefoniche che incontravo lungo i percorsi per chiamare casa e avvisare mia madre che andava tutto bene, per tranquillizzarla”. Una moto potente, il sogno più grande per moltissimi ragazzi, che la madre avrebbe sempre guardato con sguardo corrucciato, e severo, frutto del timore, a differenza delle facce divertite – e dalle sonore risate – con cui gli amici di sempre di Gianni Ventriglia avrebbero “accolto” un’altra sua moto, una Zundapp. “Perché? Per il semplice motivo che si trattava di un prototipo con raffreddamento ad acqua. E quando l’acqua nel radiatore “bolliva” tutti gli altri, compresi i più “piccoli” in sella ai loro Gori, Caballero e Ancillotti, mi sfottevano dicendo che era giunta l’ora di buttare la pasta”, prosegue nel viaggio a ritroso nel tempo Gianni Ventriglia, ridendo a sua volta di gusto ai ricordi. Frammenti del passato impressi in modo indelebile nella memoria di Gianni Ventriglia, così come della sua compagna, Angela Savio, seduta al suo fianco nel ChioscoCafé aperto 15 anni fa insieme, oltre che sua compagna di vita, in 30 anni, di moltissime trasferte per partecipare a qualche appuntamento motociclistico, e non solo per fargli compagnia ma pronta a dargli una mano a sistemare la moto a corsa finita, e perfino a guidare il furgone verso casa quando a lui, sfiancato dalla gara, cominciavano a socchiudersi gli occhi. “Già, perché alcune gare erano davvero sfiancanti”, ricorda Angela Savio, quasi incapace in occasione della sua “prima volta” all’ Italian Bahia, vera “leggenda” del Cross country rally che si svolge a cadenza annuale in Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Pordenone dal 1993, di comprendere come facessero a sfrecciare a 160 km all’ora e più su un terreno accidentato quale può essere quello di un letto di un fiume. “Spianato dai cingolati, certo, ma senza diventare una strada asfaltata. A me sembravamo tanti matti da legare, senza sapere neppure cosa volesse dire la paura”. Matti “integrali”, a partire proprio dal suo compagno, che quando c’era da “aprire a manetta” aveva ben pochi rivali. Come non ha certo dimenticato Ezio Righetti, storico concessionario e meccanico Bmw, che per la sua scuderia privata aveva puntato proprio su Gianni Ventriglia come pilota. Preparandogli, in vista di un’edizione del rally friulano, un modello 1000 di cilindrata, derivazione della Gs80, elaborato per affrontare gli ostacoli più duri e che Gianni Ventriglia aveva guidato fino a un campetto realizzato vicino al laghetto di Treviza, a Treviglio, per testare le modifiche. Con il risultato di tranciare in due il forcellone dopo aver preso a tutta velocità un ostacolo. “Con Ezio Righetti che aveva iniziato a coprirmi d’insulti dicendomi che era impossibile fracassare in quel modo il cardano e che avrei dovuto imparare ad avere una guida più dolce; e io a dirgli che solo portando la prova all’estremo lui avrebbe potuto realizzare una moto degna di correre al Bahia…”. Aprendo il gas al massimo, come aveva fatto anche in sella a una Ktm 620 protagonista di un “caso” rimasto nella storia della casa austriaca. Già, perché Gianni Ventriglia l’aveva “tirata oltre ogni limite” con il risultato di sbiellarla. Caso più unico che raro, al punto da spingere Arnaldo Farioli a dirgli che nessuna Ktm aveva visto mai un guasto simile e che probabilmente era il cervello del pilota a essere “sbiellato”. Alla fine, però anche Arnaldo Farioli aveva dovuto arrendersi all’evidenza, quando dall’Austria, dove il motore era stato spedito per capire cosa fosse successo, era arrivata la conferma che era davvero successo. Ezio Righetti, Arnaldo Farioli: due dei protagonisti di fantastici momenti vissuti insieme, di emozioni indimenticabili, di amicizie diventate sempre più profonde incontro dopo incontro, gara dopo gara. Parlando di percorsi e risultati, di moto e di altri piloti. “Spesso vere leggende dell’enduro, come lo è stato anche Fabio Farioli, uno dei più grandi campioni di sempre. Per me il più grande in assoluto in quanto a eleganza nella guida. Un fuoriclasse”. Ma l’elenco degli amici conosciuti “grazie alla passione per l’enduro” sarebbe lunghissimo, con decine e decine di nomi “conosciuti su percorsi di ogni tipo, da quelli del Super Motard a quelli degli appuntamenti del “Gentlemen rider” che il vulcanico pilota-imprenditore bergamasco ha organizzato in due edizioni. Una lista di nomi (a partire da quelli di tanti soci della Scuderia Norelli che è stata sempre per Gianni Ventriglia una sua “seconda casa”) ai quali si aggiungono quelli degli amici conosciuti in occasione dei “suoi” eventi: a partire dalla Sagra della Polenta Taragna “creata per unire due zone diverse del territorio, la montagna con il suo formaggio di Branzi e la pianura di Cologno e Spirano con la farina del suo mais”, per proseguire con la festa della Bufala e con adesso all’orizzonte una “nuova novità”. La Festa del Contadino, in calendario per tre fine settimana, a partire dal 21 marzo, per la quale Gianni Ventriglia ha già acceso i motori dell’organizzazione. Affiancato dalla sua squadra di collaboratori, fra cui anche tre “clienti” del bar, seduti nel “Chiosco” di Cologno al Serio a pochi metri di distanza da Gianni Ventriglia e Angela Savio, a gustare un cocktail preparato da Mirco Ferrari, “che in moto”, assicura ridendo un comune amico, “è una autentica schiappa, ma che quando c’è da miscelare i migliori aperitivi è un campione assoluto”. Come testimoniano i cocktail serviti agli amici Marco Calvi ed Enzo Paris, amici della Norelli, approdati a Cologno per parlare dei prossimi progetti della scuderia giallonera ma curiosi di scoprire anche quelli di Gianni Ventriglia a cui si accende una luce particolare negli occhi quando parla delle sue nuove iniziative. Compresa l’idea di “riscoprire, proprio per la nuova Festa del Contadino, antiche ricette del territorio, magari grazie all’aiuto della memoria storica degli ospiti della Rsa Vaglietti, anziani da coinvolgere nel viaggio nel tempo e nei piatti del passato. Magari per sapere come preparare, alla perfezione, la “pasta all’asciugamano”, conclude il pilota imprenditore, “piatto di cui ho scoperto l’esistenza proprio aprendo il ChioscoCafè. Un piatto di cui dobbiamo ancora verificare alcune informazioni in merito alla preparazione, ma che contiamo di proporre nel menù nel quale figurano già ricette di cui i nostri cuochi conoscono ogni segreto: casoncelli e trippa, polenta con coniglio e con stinco, ma anche “oselì scapacc”, i famosi uccellini bergamaschi. Piatti prodotti a “chilometro zero” mentre ci sono migliaia di persone pronte a percorrerne a decine, di chilometri, pur di non mancare all’appuntamento. O se si preferisce alla nuova sfida lanciata da uno che sembra davvero divertirsi un mondo a raccoglierle e ancora di più a vincerle. Così come ha vinto anche la “sfida” con i medici che, alla soglia dei suoi 60 anni, gli hanno rimesso in sesto il ginocchio andato in frantumi, con rottura del menisco e del crociato, tornando in sella. Pronto a presentarsi al via delle gare del gruppo 5, quelle dei “nonnetti” commenta divertito. Probabilmente all’idea di poter tornare a “riaprire il gas a tutta…”.

Similar Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *